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Glicemia e iperglicemia: le piante

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Il diabete di tipo 2 è una malattia metabolica, caratterizzata da glicemia alta in un contesto di insulino-resistenza. La dieta può essere di aiuto nel trattamento di questa patologia, scopriamo insieme alla dott.ssa Maria letizia Primo le piante più indicate.

Rappresenta il 90% dei casi clinici ed è spesso associato a dislipidemia ipertensione ed obesità; tramite neuro infiammazione può favorire il cosiddetto “diabete di tipo 3” ovvero il morbo di Alzheimer. Al contrario del tipo 1 che necessita di insulina, il gold standard almeno inizialmente è la dieta (dieta low carb povera di zuccheri raffinati e ricca di fibre) e l’esercizio fisico a cui possiamo associare un trattamento integrativo. Vediamo quale.

Le piante per la glicemia

In ambito fitoterapico alla gymnema vengono riconosciute proprietà ipoglicemizzanti ipocolesterolemizzanti ed inibenti del gusto dolce. In particolare l’acido gimnemico (molecola simile al glucosio ma di dimensioni maggiori) si lega reversibilmente ai recettori per il glucosio presenti negli enterociti diminuendo di circa il 50% l’assorbimento del glucosio.

Questo blocco si instaura circa un’ora dopo la somministrazione perdurando per circa 5-6 ore. La pianta potenzia gli effetti dei farmaci antidiabetici per cui molta attenzione ad eventuali ipoglicemie. La momordica è un rimedio ad ampio spettro con attività ipoglicemizzante, antiossidante ed antielmintica con particolare riguardo alle complicanze micro e macrovascolari associate alla sindrome metabolica. Al Morus alba (gelso bianco) sono ascritte moltissime proprietà, tra cui quella ipoglicemizzante. Le proprietà ipoglicemizzanti e antiossidanti sono imputabili perlopiù ai flavonoidi, ai mulberrosidi  ed anche agli antocianosidi contenuti nei frutti. La Banaba, Lagerstroemia speciosa, albero originario del sud est asiatico è meno conosciuta in occidente. Il principio attivo a cui vengono attribuite le proprietà ipoglicemizzanti è l’acido corosolico, che rivela un meccanismo d’azione insulino-simile, attivo anche per somministrazione orale, che favorisce l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule, tanto da far attribuire il nome di fito-insulina all’acido corosolico.

I micronutrienti e le spezie

Tra i micronutrienti lo zinco è necessario per il corretto funzionamento di molti ormoni, inclusa l’insulina, l’ormone della crescita e gli ormoni sessuali. L’organismo ne contiene da 1,4 a 2,5 g, immagazzinati per lo più nei muscoli, nei globuli rossi e in quelli bianchi. Fondamentale il cromo che stimola l’attività dell’insulina favorendo di conseguenza il metabolismo di glucidi e lipidi probabilmente aumentando la sensibilità dei recettori dell’insulina. L’aumentata efficienza insulinica favorisce la produzione di insulina con riduzione del senso di fame, regola le riserve adipose e stimola la sintesi proteica con aumento della massa magra. Il consumo di zucchero raffinato e cibo industriale ne favorisce la carenza in quanto non solo ne contiene meno ma ne aumenta la perdita.

Tra le spezie annoveriamo la cannella che inibisce la glicosilazione delle proteine e lo stress ossidativo con azione cardio-metabolica. La possiamo utilizzare tal quale come spezia, aggiunta al ghee “medicato” o come integrazione.

Bibliografia:

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  • L’informatore farmaceutico Guida alle piante medicinali Ed Edra 2019
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Dott.ssa Maria letizia Primo
Psichiatra
nutrizionista esperta P.N.E.I.M.
Responsabile scientifico sezione asse intestino cervello scuola microbioma TO

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