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Arrivano le prime allergie stagionali

allergie stagionali

Gli allergici hanno vita dura durante la primavera ma alcune piante, come la betulla, iniziano a dare problemi già alla fine dell’inverno. Scopriamo come affrontare questo fastidioso e comunissimo problema fin dall’inizio della stagione allergica.

L’allergia è una risposta inappropriata dei meccanismi di difesa dell’organismo a sostanze generalmente inoffensive, normalmente presenti nell’ambiente, chiamate allergeni. Nel caso delle allergie stagionali gli allergeni responsabili sono tipicamente i pollini, rilasciati dalla fioritura di diversi tipi di piante.

I fattori che scatenano le allergie e come fare prevenzione

La reazione allergica è determinata dall’interazione di diversi fattori, genetici, immunitari e ambientali. L’esposizione a un certo tipo di polline, nel soggetto allergico, induce l’organismo a produrre anticorpi specifici, chiamati immunoglobuline E (IgE).
Le IgE prodotte si legano alla superficie di un certo tipo di cellule presenti nelle mucose e nei tessuti epidermici dei tratti del sistema respiratorio, inducendo il rilascio di sostanze irritanti, come l’istamina, che infiammano i tessuti.

In genere vi è una predisposizione genetica allo sviluppo di un’allergia, ma essa può essere dovuta anche a fattori esterni. La permanenza in ambienti ricchi di pollini o l’abbassamento delle difese immunitarie, in seguito a una malattia o a un periodo di debilitazione, possono però contribuire allo sviluppo di allergie anche in individui non predisposti.

Per fare prevenzione è importante conoscere il calendario pollinico che consente di farsi un’idea generale sulla concentrazione di determinati pollini in un preciso periodo dell’anno.

In linea generale esistono tre stagioni polliniche:

  • Invernale/pre-primaverile: nei primi mesi dell’anno compaiono i pollini di alcune piante arboree tra cui, Betulla, Nocciolo, Frassino, Pioppo e Salice.
  • Primaverile: compaiono i pollini di alcune piante erbacee, tra di esse le più conosciute e diffuse sono le graminacee.
  • Estiva: caratterizzata principalmente dalla fioritura di Ambrosia e Artemisia.

Una volta che si conosce la stagione in cui fiorisce l’allergene che provoca disturbi possiamo agire in anticipo assumendo per circa un mese un integratore naturale che possa prevenire l’insorgenza dei sintomi.

Allergie e cambiamenti climatici

Gli effetti del clima sulla salute sono oggetto di studio da decenni. Questi effetti assumono un particolare rilievo quando le condizioni climatiche condizionano la presenza di fattori ambientali quali gli allergeni aerei. Cambiamenti della temperatura terrestre, dei livelli di ossido di carbonio, della piovosità e dell’umidità influenzano visibilmente la durata della stagione pollinica e di conseguenza il quantitativo totale del polline.

Studi recenti confermano che negli ultimi ventisette anni si è verificato un anticipo dell’inizio della stagione pollinica, in particolare di alcune specie, associato all’aumento della durata della stagione stessa. Questo fenomeno risulta particolarmente evidente per la parietaria, l’olivo e il cipresso.
La correlazione tra clima e distribuzione dei pollini è stata ampiamente descritta ed è stato dimostrato che i cambiamenti della vegetazione sono dei sensibili indicatori del cambiamento del clima. È stato dimostrato che l’aumento del polline ad alte temperature, in particolare quello della betulla, comporta un significativo incremento della sua allergenicità.

Come influisce la qualità dell’aria

Negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti notevoli nella qualità dell’aria e nella produzione del polline soprattutto a causa delle emissioni di gas inquinanti di origine umana che sono stati correlati con l’incremento delle malattie allergiche e dell’asma. Infatti, l’interazione tra pollini e inquinanti si è dimostrata responsabile di esacerbazione delle malattie respiratorie, a causa dell’aumento dell’infiammazione delle vie aeree.

In particolar modo l’esposizione a NO2 (diossido di Nitrogeno) è associata in particolare con cambiamenti acuti e cronici della funzionalità polmonare, inclusa l’infiltrazione di neutrofili a livello bronchiale, l’aumento della produzione di citochine pro-infiammatorie e l’aumento della risposta agli allergeni inalati in soggetti con asma.

Bibliografia:

  • Istituto Superiore di Sanità
  • R. Amelio, C. Calogero, et al. Cambiamenti climatici e allergie. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 3/2014. 33-38.
  • Di Cicco ME, Ferrante G, D Amato et al. Climate Change and Childhood Respiratory Health: A Call to Action for Paediatricians. Int J Environ Res Public Health 2020; 24;17(15):5344
  • D’Amato G, Pawankar R, Vitale C, et al. Climate Change and Air Pollution: Effects on Respiratory Allergy. Allergy Asthma Immunol Res 2016; 8(5):391-5

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